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Festa di S. Antonio; Afragola diventa la Padova del Sud

di Gennaro Napoletano

Rieccola la Festa di S. Antonio, anche quest’anno 2017 ritorna una festa; “LA FESTA” ad Afragola, mai e in nessuna località un festa dura 9 giorni; Conversando per l’occasione con un afragolese, vicino al palco preparato per esporre la bellissima icona lignea del 1700 del Santo, ci riferiva che mai si è cercato di ridisegnare la Festa afragolese, anche quando la stessa chiesa di Napoli volle riconsiderare con il cardinale di Napoli Carlo Carafa il “Galateo” delle ricorrenze cattoliche nella nostra arcidiocesi.

L’attaccamento o’ Munacon a fravol è un sentimento, da parte del popolo di Afragola, e della stessa area di Napoli, profondo e “particolare” che nasce dal sub conscio di questa gente che vive in un contesto sociale da sempre disagiato. Potremmo dire che la Padova di Fernando Martins de Bulhões è sopravvisuta qui ad Afragola, a Napoli, la cronaca lo dimostra, non voglio fare riferimento a questo per non uscire fuori tema, visto che siamo vicino agli esami.

 

 

Stamattina alla S. Messa solenne delle ore 6.00, Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra, già vescovo ausiliare di Napoli, nella sua omelia più volte accostando la Padova di Antonio alla nostra Terra, non solo Afragola, ma nche la sua Acerra e Napoli, ha .”ribadito” di come troppo male stritola la nostra Terra, una terra che da Campania felix diviene £terra di Fuochi, con una camorra che non conosce limiti pur di ottenere i suoi “profitti” impossessandosi del tessuto sociale economico e politico. Riferendosi Alla TAV ha lanciato un urlo di speranza per un futuro di riqualificazione di tutta l’area, oggi detta Città Metropolitana di Napoli, nella quale Afragola ed Acerra ricoprono un ruolo fondamentale.

 

 

E siamo usciti , lo stesso fuori tema, sarei stato bocciato alla prova scritta di italiano. Riferendomi alla conversazione fatta stamattina con alcuni miei concittadini, un flashback storico ci ha riportato indietro nella festa di S. Antonio, con a’”tavol e’ pizzient” quando la nostra festa comprendeva la raccolta di vivande per i poveri ai quali poi veniva offerta una tavolata, un modo bello ed evangelico per venerare S.Antonio con una vera testimonianza di Carità, Antonio li amava tanto,

oggi ci limitiamo ad offrire il pane; è qualcosa, meglio di Niente, sarebbe bello riprendere questa tradizione, non dico altro. Un altro aspetto molto significativo della FESTA DI S. Antonio ad Afragola, è il risveglio dal letargo di un popolo, quasi come riscoprire la festa della primavera contadina, una tradizione alla quale la nostra Città è legata. E un dovere fare un riferimento ai padri Francescani OFM che sono i custodi, al parroco fra Luigi Campoli, che io definisco, simpaticamente, il frate “mobily”, che con il suo telefonino è sempre pronto e disponibile per tutti, un fraticello instancabile nella sua missione pastorale raccogliendo con grande attaccamento un eredità molto onorevole, spero che non me ne dirà, so che ha molto a cuore il silenzio e la sobrietà francescana. IL mio saluto, e che la festa sia sempre più bella e di tutti. VIVA S:ANTONIO.

Gennaro Napoletano (Direttore GAZZETTINONAPOLETANO)

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