MIRIAM LEONE: “IL CINEMA MI HA INSEGNATO A NON GIUDICARE GLI ALTRI”
di Pina Stendardo
Miriam Leone protagonista al Centro Commerciale ‘La Cartiera’ di Pompei. La presentatrice e attrice, Miss Italia 2008, ha ricevuto il famoso uomo vitruviano, premio riservato dall’Italian Movie Award a personaggi che si sono distinti in ambito cinematografico.
Carlo Fumo, Presidente e Direttore Artistico della Kermesse, ha introdotto l’ospite d’onore che si è mostrata vera regina di bellezza e spontaneità, oltre che di bravura.
Miriam ha 31 anni, ma idee chiare. Dai tempi del concorso che l’ha incoronata come la più bella d’Italia sono trascorsi 8 anni eppure la Leone, di origini catanesi, ne ha fatta di strada. Dopo essersi distinta artisticamente nella conduzione di Uno Mattina Estate e di Mattina in Famiglia in Rai, dei Nastri d’argento, Le Iene, è approdata alla fiction con le serie tv Distretto di Polizia, Un passo dal cielo accanto a Terence Hill, Il tredicesimo apostolo con Claudio Gioele.
La svolta cinematografica arriva con Fratelli Unici. Miriam divide il set con Raoul Bova, Luca Argentero e Carolina Crescentini. La strada da qui è in salita. La Leone recita in La scuola più bella del mondo in compagnia di Cristian De Sica, La Dama Velata che la rende ancora più nota, Non uccidere e 1992, che ne hanno decretato l’effettiva consacrazione artistica. Nell’ultimo anno l’ex Miss Italia ha viaggiato tanto per prendere parte ad altri progetti quali i film In guerra per amore, Fai bei sogni, I Medici, miniserie televisiva incentrata sulla celebre famiglia fiorentina e In arte Nino, in ricordo dello scomparso Nino Manfredi.
Miriam è una giovane donna sensibile, colta e appassionata del suo lavoro, come ci racconta.
– In un’intervista ti sei autodefinita “la ragazza con la valigia” perchè sempre in viaggio per lavoro. Come vivi tutto questo?
Se voi poteste vedere un’istantanea della macchina che mi ha portata fino a qui potreste capire la definizione di “ragazza con la valigia”. Sono sempre in movimento e in viaggio e questo è un grande arricchimento. Ho imparato che c’è sempre da imparare e quindi quando pensi di aver raggiunto un piccolo obiettivo, capisci che non sei arrivata da nessuna parte. Ogni giorno ricominci.
– Recitare è un po’ come rinascere a nuova vita ogni giorno. Quali nuove consapevolezze hai raggiunto con questo percorso professionale da poco intrapreso?
Questo è un mestiere che ti costringe sempre a ripartire da zero perchè ogni cosa è nuova, dal provino ad un nuovo ruolo. Il personaggio che ti propongono è una sconosciuta per te e lo provi e ti metti sempre in discussione, stai sotto il giudizio degli altri, cosa che impari a considerare con leggerezza e filosofia. Cerchi di schermarti da quello che può non essere costruttivo. Ogni cosa serve a crescere: sono una spugna, ascolto musica, vado al cinema, parlo con la gente, mi sento più viva che mai. Questo è un lavoro che ti fa mettere nei panni degli altri e ti lascia vivere tante esistenze. Se c’è una cosa che il mio mestiere ti insegna è a smettere di giudicare l’altro perchè tu non sei mai nei suoi panni in quella situazione, con quel dolore e con determinate persone.
– Hai condotto recentemente Le Iene. Quanto sei autoironica nella tua vita?
Effettivamente tanto. Per fortuna sono una persona che pensa in positivo e le critiche che tendono a distruggermi, le vivo con ironia; filtro tutto. Le Iene sono un programma che anzitutto seguo; il mio compito era quello di fare da conduttrice tra un’esperienza di denuncia e un’altra e conciliarla col sorriso.
– Sei partita da Miss Italia. La tua passione è più la moda o la recitazione?
Il mio mestiere e la mia passione è il cinema. Lo amo da sempre, da quando ero una bambina e stavo lì in provincia di Catania a guardare ogni mercoledì i film con i miei genitori. Andavo a teatro e al momento in cui attrici e attori salutavano il pubblico, piangevo e mi emozionavo tantissimo nel vederli sulla scena. Ho sempre desiderato interpretare delle storie. Ballavo, cantavo, mi cucivo i costumi da sola. In questo forse c’è la passione più per il costume che implica la costruzione di un personaggio. Ci sono registi che ad esempio chiedono ai costumisti di realizzare abiti più piccoli di una taglia, perchè l’attore effettivamente in determinati panni si senta a disagio e renda maggiormente a livello interpretativo. La moda invece è un divertimento, un gioco; mi piace!
– Hai interpretato molti ruoli. Quante difficoltà hai trovato nello spaziare da una scena drammatica ad una ironica?
Questo è il bello del mio mestiere: la difficoltà che ti mette a confronto coi tuoi limiti e che ogni volta devi superare. Quando ti impegni e provi a dare il massimo, in pochi minuti devi condensare tutto. La magia di questo lavoro è proprio quella di poter essere sè stessi e non esserlo in contemporanea ed io provo a fare tutto.
– Fare l’attrice è più una scelta professionale o una scelta di vita?
E’ anche una scelta di vita, perchè metti a nudo la tua anima per tutti, per chi vuole guardare attraverso essa ed il tuo ruolo dentro le cose. Sicuramente poi è una professione, da cui però non devi lasciar invadere il privato; è un lavoro che dà un qualcosa in più: operi con le emozioni, con quello che hai dentro.
di Pina Stendardo