La Mano di San Giuseppe Moscati
di Gennaro Napoletano
“Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo” – San Giuseppe Moscati
Giuseppe Moscati fu proclamato Beato e poi Santo dalla Chiesa nel 1987 e ancora oggi rimane il punto di riferimento e di conforto di migliaia di fedeli e di ammalati che a lui si rivolgono con grande devozione affollando la chiesa e sostando in preghiera davanti alla sua tomba e alla grande statua che lo ritrae. Ai suoi piedi centinaia di fedeli ogni giorno invocano la sua protezione, accarezzano, baciano e si aggrappano alla sua mano bronzea che negli anni è diventata talmente lucida da sembrare d’oro. Carezze di chi si ferma per trovare conforto e come segno di devozione di un popolo verso il suo santo. L’altra mano, quella accostata al petto a tenere lo stetoscopio, custodisce e cela invece decine e decine di biglietti con preghiere e fotografie di ammalati
Entrare nella chiesa del Gesù a Napoli significa varcare una soglia ed addentrarsi in un luogo a parte. Qui regna il silenzio, la pace. Ciò che salta subito all’occhio, è sulla destra dell’edificio di culto cristiano, in una piccola cappella si erge la statua di San Giuseppe Moscati, il medico Santo molto venerato a Napoli.
Giuseppe Moscati morì in giovane età, il 12 aprile del 1927 proprio nel suo studio e fu sepolto nel cimitero di Poggioreale. Ma pochi anni dopo il suo corpo fu traslato nella chiesa del Gesù proprio per la grande venerazione che il popolo di Napoli aveva verso il suo medico.
Il ricordo più caro che i napoletani conservano di lui è la sua attività di medico dei poveri, il suo studio in via Cisterna dell’Olio era sempre gremito di pazienti ai quali prestava cure gratuitamente. Dopo essersi reso conto delle condizioni economiche dei suoi pazienti li esortava a lasciare quanto potevano nel cestino situato all’ingresso oppure di prendere quello di cui avevano bisogno. Molto spesso prendeva a cuore le vicende dei suoi pazienti: si racconta che ogni giorno chiedesse ad un anziano che viveva molto lontano dallo studio, di prendere un caffè nel bar vicino e recarsi a sue spese, in modo da sincerarsi sempre delle sue condizioni di salute.