La Storia di Afragola del Uasolo bianco
di Gennaro Napoletano
Gli afragolesi lo chiamano o uasolo ianc, è il kardo maximus, ecco perchè i nostri antichi lo hanno lasciato
Il kardo maximus,detto volgarmente o vasulo bianco, in piazza municipio, quel uasolo bianco, rimasto unico dopo lo scempio dell’ultima pavimentazione, persiste perche di enorme grandezza e profondità rappresenta Uno degli assi principale della centuriazione e dell’urbanistica cittadina era il kardo maximus, che si incrociava ad angolo retto con il decumanus maximus, ovvero il principale asse est-ovest.
Di regola, all’incrocio di queste due direttrici principali si trovava quasi sempre il forum, ossia la piazza principale della città. Il kardo maximus, inoltre, era di particolare importanza poiché collegava due delle quattro porte principali dell’insediamento e, solitamente, una di esse era maggiormente decorata e riconoscibile, in quanto indicava la strada consolare che conduceva a Roma. Essa poteva essere quella posta a nord o sud, a seconda dell’ubicazione geografica della civitas, rispetto alla capitale dell’impero.
Quando nel 1810, in pieno regno murattiano, il “syndicus” di Afragola Domenico Romano prese possesso della sua carica, questa pietra bianca, posta in Piazza Municipio era ancora carica di significato: 10 anni prima i rivoluzionari ne avevano fatto la base dell’albero della libertà per festeggiare l’avvento dei principi giacobini nel Regno. Quell’antico sindaco non volle interessarsi alla questione, e fu forse anche per questo che rimase in carica ben oltre la restaurazione borbonica.
I suoi 42 successori, nei 200 anni che sono seguiti, hanno seguito la stessa mentalità, ma non per paura di ritorsioni da parte di sovrani infuriati. Semplicemente per indifferenza. In molte città il punto in cui l’albero sorse è contrassegnato da una placca commemorativa, da noi invece è abbandonato a se stesso ed è calpestato senza troppa attenzione. Proporrò, nelle prossime settimane, che questo basolo venga, se non evidenziato, almeno protetto dalle scarpe di chi ignora che storia esso abbia.