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Perchè il Sud ha votato in blocco i Cinque Stelle.

In questo momento c’è una visione che colpisce. La rappresentazione cromatica dei risultati elettorali, regione per regione, dipinge un’Italia spaccata in due. A Nord il blu del centrodestra, da Roma in giù il giallo dei Cinque Stelle. Il nostro è davvero un Paese diviso?

Ma l’Italia non è mai stata unita, oggi è solo più chiaro. Questa è la rappresentazione del Paese fin dal giorno successivo alla dichiarazione dell’unità. Basta vedere quello che scriveva Francesco Saverio Nitti, grandissimo economista, docente universitario e presidente del Consiglio: il saccheggio delle risorse meridionali è avvenuto dal 17 marzo 1861. Da allora non è cambiato nulla. Sono cambiati solo i trucchi con cui i governi ci nascondono questi furti. Sapete come vengono calcolati i finanziamenti per la manutenzione stradale nelle città? Non in base ai chilometri o al numero delle auto che le percorrono. Ma in base al numero dei dipendenti di aziende private sul territorio. E così Napoli, che ha il doppio delle strade rispetto a Milano, riceve la metà dei fondi. E i finanziamenti per gli asili nido? Vengono garantiti in base al numero degli asili già presenti. Così si aiuta chi ha già le strutture, ma non chi ha più bambini.

 

Stavolta il Sud ha votato in blocco per i Cinque Stelle. Un risultato incredibile: in alcune regioni si sfiora il 50 per cento, in qualche città si va persino oltre. In Puglia, Sicilia e Sardegna i grillini fanno cappotto, conquistando tutti i collegi disponibili. Davvero si aspettava un’affermazione simile?

Sì, me l’aspettavo. È la stessa risposta che il Sud ha dato al referendum costituzionale, già allora invitai ad analizzare quel dato. C’è un Mezzogiorno all’opposizione. E questo perché negli ultimi anni ha subito un saccheggio sfrenato. Alcuni numeri fanno spavento. In dieci anni, solo sulla spesa ordinaria, lo Stato italiano ha sottratto al Meridione 850 miliardi di euro. Sono circa 130-140 ponti sullo Stretto. Ogni anno i governi centrali assegnano al Sud , rispetto al Nord, 6 miliardi e mezzo in meno per gli investimenti. È in corso un saccheggio epocale, anche di risorse umane. Ogni anno vanno via almeno 50mila giovani meridionali che qui sono nati, cresciuti, hanno studiato e si sono formati: un impoverimento di uomini e valori. E queste sono le risposte.

Si parla di elezioni ed ecco riemergere la vecchia questione meridionale.

Il confine geografico del successo Cinque Stelle è esattamente quello dell’ex regno delle Due Sicilie. Non è mica un caso. Quando nel 1720 il Piemonte acquisì la Sardegna grazie ad alcuni trattati internazionali, venne stilato un piano per la colonizzazione dell’isola. La Sardegna è stata spogliata di tutto. I sardi non avevano neppure il diritto di occupare posti nella pubblica amministrazione. Quando nel 1860 i piemontesi sono arrivati al Sud, hanno applicato lo stesso piano. Da quel momento le nostre terre sono state private di porti, strade, infrastrutture. È un disegno politico che ha un secolo e mezzo di storia, il voto di domenica lo rende solo più visibile. Ma noi nel Mezzogiorno lo conosciamo da tempo. E adesso ci siamo rotti i coglioni.

 

Ma perché avete votato proprio i Cinque Stelle, cosa lega i grillini al Meridione? O si tratta solo di un voto antisistema?

Tutte le persone a cui lo chiedo mi dicono: “Peggio di quelli che ci sono adesso, non possono essere”. In questi anni abbiamo visto fondi europei rastrellati dai governi di centrodestra e portati al Nord. Un miliardo destinato alla ricerca finito a finanziare le compagnie di navigazione del lago di Garda, l’illuminazione del Veneto e le industrie d’armi del bresciano. Le multe per i truffatori delle quote latte, nel Nord, sono state pagate con i soldi destinati al Sud. Si parla di almeno 4 miliardi. Poi è arrivato il centrosinistra e sono riusciti a fare anche peggio. I famosi ottanta euro di Matteo Renzi sono una follia. Li hanno stanziati per aiutare le famiglie in difficoltà, ma li prende solo chi ha già uno stipendio medio basso. Chi non ce l’ha muore di fame. Così i sottopagati e i disoccupati del Meridione sono stati esclusi e gli ottanta euro sono finiti tutti al Nord. Adesso lei si stupisce perché nel Mezzogiorno si vota Cinque Stelle? Voterebbero anche belzebù pur di non votare quelli che già ci sono. E si dovrebbe ringraziare che questo è un Paese civile, altrove sarebbero già andati prenderli con i forconi.

 

Non si arrabbi. Però qualcuno dice che al Sud la gente ha votato M5S perché invogliata dal reddito di cittadinanza.

Ma questa è solo una carognata da disonesti. Fino ad oggi il reddito di cittadinanza lo hanno preso solo le ricche industrie del Nord, che sono assistite da sempre con i soldi pubblici. Le faccio un esempio: nel 2015 solo l’Expo di Milano è stato finanziato con una quindicina di miliardi, ed è stato uno dei più grandi flop di sempre. Ci sono voluti nove anni per la realizzazione, e quando è stato inaugurato non erano ancora ultimati il 40 per cento dei padiglioni. Bene, esattamente un secolo prima veniva progettato dall’ingegner Camillo Rosalba l’acquedotto pugliese, il più lungo del mondo. Anche allora ci vollero nove anni per la costruzione. Ma nel 1915 l’acqua del fiume Sele già zampillava nella fontana di piazza Umberto a Bari. Ecco, queste sono le differenze. E non parliamo del Mose di Venezia, uno dei principali scandali italiani. Oppure del Tav in Piemonte: nella tratta italiana la realizzazione di ogni chilometro ci costa 10-13 volte in più di quanto avviene in Francia. Chi sa il perché?

Gennaro Napoletano

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