NATALE: FESTA RELIGIOSA O FESTA CONSUMISTICA? un dilemma che dura da oltre 2000anni e più.
di Gennaro Napoletano
Rieccoci ci risiamo le strade si sono riempite di decorazioni “natalizie”, le vetrine dei negozi sono addobbate a festa, i mercatini di natale che, come ogni anno, spuntano qua e là negli angoli delle città, compresa la nostra. Eccoci giunti a ridosso del Natale, e come ogni anno ci prepariamo ad accoglierlo e festeggiarlo con i nostri cari e con tutte le persone a cui vogliamo bene. Ripercorriamo la storia del Natale per riflettere sul suo significato e su come oggi viene vissuto.
Per raccontarvi la storia del Natale dobbiamo tornare ad una fredda notte d’inverno, tra gli anni 243 e 336 d.C, quando nell’antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime “strenne” per festeggiare il “dies natalis”. Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi doni, cesti di frutta e dolciumi vari, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l’anniversario dell’ascesa al trono dell’Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l’intero anno. Il Natale è la principale festa dell’anno; possiamo meglio definirlo un periodo di una serie di festeggiamenti che, partendo dal solstizio d’inverno, arrivano fino all’Epifania. Feste che nella tradizione popolare erano legate alla chiusura di un nuovo ciclo.
La festa appartiene all’anno liturgico cristiano, in cui si ricorda (come sappiamo tutti) la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre nella Cristianità Orientale viene celebrato il 6 gennaio. La nascita viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C., con molte incertezze. Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana, ma bisogna aspettare l’arrivo del Quarto secolo nell’Impero romano, e più tardi anche nelle zone dell’Oriente. La tradizione cristiana si intreccia con la tradizione popolare e soprattutto con quella contadina, perché ricordiamo che, prima della festa cristiana, in questo periodo c’era una serie di feste e riti legati al mondo rurale. Prima del Natale cristiano c’erano la festa del Fuoco e del Sole e la festa della divinità della luce Mitra (in questo periodo c’è il solstizio d’inverno, cioè il giorno più corto dell’anno – da questa data in poi le giornate iniziano ad allungarsi).
Nell’Antica Roma dal 17 al 24 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, Dio dell’agricoltura, ed era un periodo dove si viveva in pace, si scambiavano i doni, venivano abbandonate le divisioni sociali e si facevano sontuosi banchetti. Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d’inverno. Nel 274 a.C l’imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiava il Sole. Le celebrazioni del solstizio invernale erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa, e prima che fossero recepite nella tradizione cristiana, la parola Natale era definita yul, da cui è stato tratto il termine yule, che significa appunto Natale.
Per quanto riguarda l’albero di Natale, si crede che sia stato introdotto per la prima volta in Germania. Ci furono anche conflitti religiosi tra autorità governative sulla celebrazione della festa. Nell’Inghilterra cromwelliana, dove fiorì una forte teocrazia conservatrice, e nelle primissime colonie americane del New England, il Natale fu una tra le molte celebrazioni che furono soppresse. Dopo la rivoluzione russa, in Unione Sovietica il Natale venne soppresso per i successivi settantacinque anni. Al giorno d’oggi presso i Testimoni di Geova, in alcuni gruppi Puritani, e presso i fondamentalisti cristiani, il Natale viene considerato come una festa pagana, non menzionato dalla Bibbia e pertanto non celebrato. Negli anni recenti il Natale ha dato una spinta ai consumi che spesso diventa un festeggiamento frenetico, lasciando il clima di celebrazione a una gara commerciale, facendo intervenire anche la Chiesa a promuovere con più incisione il significato religioso
Nelle nazioni in cui viene celebrato, il Natale è tipicamente il maggiore stimolo annuale per l’economia. Le vendite aumentano vertiginosamente in tutti i settori merceologici; i negozi introducono nuovi prodotti a prezzi concorrenziali. L’impatto economico del Natale continua dopo le feste, con i saldi nel mese di gennaio, in cui i negozi svendono gli avanzi di magazzino. Molte persone religiose, come anche gli anti-consumisti, lamentano una “commercializzazione” del Natale. Vedono una stagione natalizia dominata dal denaro e dal consumo, di cui fanno le spese i valori importanti della festa come la compassione, la generosità e la gentilezza. In questo particolare periodo dell’anno non aumentano solamente gli acquisti frenetici per i classici regali di Natale, ma anche la fabbrica del “cine-panettone” sforna in questo periodo continue pellicole natalizie, dalle più classiche ai soliti film comici.
Dopo questo excursus sulla storia del Natale e su come ci si prepara a festeggiarlo nelle varie città d’Europa e del mondo, dobbiamo chiederci: che ruolo ha assunto il Natale nella società attuale? Viviamo in una società in cui si sono persi i valori di un tempo, frenetica, in cui anche il Natale si è trasformato in una festa meramente consumistica.
Viviamo in una società in cui ogni festa, più che un momento di riflessione o di ritrovo con le persone amate, si trasforma in un’occasione per spendere. Per me, la vera bellezza del Natale non sono tanto le luci colorate che illuminano l’albero, le terrazze, gli angoli delle strade, i numerosi mercatini di Natale, un palco per effimere esibizioni montato sul sacrato di una basilica francescana e lo spendere per l’acquisto dei regali in fredde casette di legno, ma è il ritrovarsi tutti insieme, una volta l’anno, con la propria famiglia, mettendo da parte per un giorno i problemi, le difficoltà, le preoccupazioni e le tensioni, fermarsi per godere di quello che abbiamo.
Troppo spesso ci dimentichiamo dei valori, degli affetti, finendo per darli per scontati, perdendo il valore prezioso delle piccole cose. Prima di concludere, vi lascio con due semplici domande: per voi che cos’è il Natale? Una festa veramente consumistica o una festa da trascorrere con i propri cari?
Gennaro NApoletano